POSIZIONI AVANZATE – COME AFFRONTARLE

POSIZIONI AVANZATE.
Non ho mai amato questo termine.
Credo comunichi un concetto errato, che nello yoga non dovrebbe esistere: se c’è qualcosa che è “avanti” allora ci deve essere per forza qualcosa che, invece, è “indietro”.
Ecco. Questo porta al paragone. Al giudizio. Al concetto che la pratica di qualcuno possa essere migliore o peggiore di quella di un altro solo perché sa o non sa fare una determinata posizione.
Questo nella mia testa non ha senso.
Certo, ci sono posizioni più complesse da eseguire. Fisicamente più impegnative.

Ma ho visto persone alla loro prima lezione di yoga affrontare posizioni complesse senza battere ciglio, perché molto forti o molto elastiche, o magari con un background da ballerine o da ginnaste.
E allo stesso modo vedo quotidianamente persone che praticano da molto tempo che invece certe posizioni non le possono fare e non le faranno mai. Per gli stessi motivi: conformazione fisica, rigidità muscolari, ore della loro vita quotidiana passate sedute in ufficio o in auto.

Questo non rende i primi praticanti migliori dei secondi.
Sono solo fisicamente più prestanti.
Ma lo yoga NON è prestazione.

Il vero aspetto avanzato di una posizione è imparare a distaccarcene. È imparare ad eliminare l’ego dalla posizione. È il saper lasciare andare gli aspetti emotivi che conseguono l’esecuzione di un asana avanzato.
Non attaccarsi all’autocompiacimento, se la posizione è riuscita, o allo stesso modo alla frustrazione se invece non ce l’abbiamo fatta.
O all’autoflagellazione se non abbiamo nemmeno tentato.

Quello è il vero aspetto avanzato della pratica: esserci completamente, mentre si affronta la posizione, con presenza mentale, ascolto, attenzione. E saper lasciare andare tutto non appena si esce dall’asana e si scivola in quella successiva.
Che avrà di nuovo tutta la nostra presenza mentale, ascolto e attenzione.